Spid, novità ufficiali: scopri chi dovrà pagare per continuare a utilizzarlo

Dal luglio 2025 alcuni gestori dello SPID hanno introdotto un canone annuale per mantenere attiva l’identità digitale. InfoCert applica 5,98 euro all’anno dal 28 luglio 2025, mentre Aruba richiede 4,90 euro più IVA dal secondo anno di attivazione. La maggioranza dei provider, incluso PosteID che gestisce il 70% delle identità, continua a offrire il servizio gratuitamente o con costi solo per specifiche modalità di attivazione.

La trasformazione verso un modello a pagamento non coinvolge tutti i cittadini italiani con SPID a pagamento, ma esclusivamente coloro che hanno scelto determinati provider per la propria identità digitale. Con oltre 40 milioni di identità SPID attive in Italia, questa novità ha generato preoccupazione tra gli utenti, spingendo molti a valutare alternative gratuite o a comprendere meglio le motivazioni dietro questa scelta economica.

La decisione di introdurre una tariffa annuale nasce dalla necessità di garantire la sostenibilità economica del sistema, in particolare dopo il blocco dei fondi statali promessi agli operatori privati. I provider hanno infatti sostenuto investimenti significativi negli ultimi anni per sviluppare, gestire e mantenere l’infrastruttura dello SPID, senza ricevere i compensi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Cosa cambia dal luglio 2025

InfoCert introduce il canone annuale

InfoCert ha ufficialmente comunicato ai propri utenti che dal 28 luglio 2025 sarà necessario pagare 5,98 euro all’anno (IVA inclusa) per mantenere attiva l’identità digitale. Il primo anno di utilizzo rimane completamente gratuito, permettendo ai nuovi utenti di testare il servizio senza alcun costo iniziale.

Il canone viene applicato alla prima scadenza utile dopo il 28 luglio 2025: se l’identità SPID scade ad esempio ad aprile 2026, il pagamento sarà richiesto solo dopo quella data. Questa modalità offre agli utenti il tempo necessario per valutare se proseguire con InfoCert o passare a un altro provider.

Una caratteristica importante del nuovo modello è che il rinnovo non è automatico. Chi non accetta esplicitamente di pagare il canone annuale non subirà addebiti sulla propria carta di credito o conto corrente, ma perderà l’accesso al servizio SPID InfoCert. Gli utenti possono inoltre recedere dal contratto inviando una PEC o una raccomandata al gestore.

Aruba e il modello già attivo

Aruba aveva già anticipato questa tendenza, introducendo un sistema di pagamento per le identità SPID personali. Il servizio Aruba ID risulta gratuito solo per il primo anno dall’attivazione, successivamente richiede un canone di 4,90 euro più IVA (circa 6 euro totali) all’anno.

Una differenza significativa rispetto a InfoCert riguarda la gestione della scadenza: se un’identità Aruba scade senza essere rinnovata, non è più possibile riattivare lo stesso SPID. L’utente dovrà acquistarne uno nuovo, sostenendo nuovamente i costi di attivazione. Questa politica rende particolarmente importante ricordare le scadenze per evitare disagi.

I costi di attivazione di Aruba variano in base alla modalità di riconoscimento scelta: l’identificazione tramite Carta d’Identità Elettronica (CIE) è generalmente gratuita, mentre altre opzioni come il riconoscimento via webcam possono comportare spese aggiuntive.

SPID a pagamento: chi deve pagare e quanto costa

Confronto dei costi tra i provider

La situazione attuale vede solo due provider principali che hanno implementato un canone annuale: InfoCert con 5,98 euro e Aruba con 4,90 euro più IVA. Questi costi si applicano esclusivamente dal secondo anno di utilizzo, mantenendo il primo anno gratuito per permettere agli utenti di familiarizzare con il servizio.

Esistono invece numerosi gestori che offrono SPID completamente gratuito o con costi limitati alla fase di attivazione. Lepida, TeamSystem e TIM forniscono SPID totalmente gratuito per i privati, richiedendo un pagamento solo se l’utente sceglie l’attivazione via webcam invece che con la CIE.

Altri provider applicano tariffe variabili: Namirial offre il servizio gratuitamente con CIE ma richiede 19,90 euro più IVA per il riconoscimento da webcam. Sielte mantiene l’attivazione gratuita con CIE 3.0, sportello pubblico e firma digitale, mentre costa 9,99 euro più IVA via webcam. EtnaID segue una logica simile, con procedura gratuita usando CIE, CNS, firma elettronica o sportello pubblico.

Provider che rimangono gratuiti

La stragrande maggioranza degli utenti SPID italiani, quasi il 70% del totale, utilizza PosteID offerto da Poste Italiane. Questo provider continua a garantire un servizio completamente gratuito per il mantenimento dell’identità digitale, richiedendo eventualmente un pagamento solo per alcune specifiche modalità di attivazione iniziale.

Oltre a PosteID, anche gestori meno conosciuti ma ugualmente affidabili continuano a offrire SPID senza canoni annuali. Questi provider hanno scelto di mantenere la gratuità del servizio, probabilmente contando su altri flussi di ricavi o su modelli di business diversi rispetto ad Aruba e InfoCert.

La disponibilità di alternative gratuite rappresenta un elemento fondamentale per garantire l’accessibilità dello SPID a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro capacità economica. Gli utenti che non intendono sostenere costi annuali hanno quindi diverse opzioni valide per migrare la propria identità digitale verso gestori che non applicano tariffe.

Perché alcuni provider hanno introdotto i costi

I costi di gestione e sostenibilità

InfoCert ha pubblicamente motivato la scelta di introdurre il canone annuale citando uno squilibrio significativo tra costi sostenuti e ricavi generati. Dal 2014 al 2024, l’azienda ha investito tra i 20 e i 30 milioni di euro per lo sviluppo, la gestione, il mantenimento e l’evoluzione del sistema SPID. I ricavi complessivi generati in questo periodo hanno coperto solo una piccola porzione di tali costi.

Il modello di business iniziale prevedeva che i provider ricevessero compensi dallo Stato per ogni identità SPID attivata e gestita. Tuttavia, questo sistema si è rivelato economicamente insostenibile per gli operatori privati, che hanno continuato a erogare il servizio gratuitamente mentre accumulavano perdite significative.

La manutenzione dell’infrastruttura SPID richiede investimenti continui in sicurezza informatica, aggiornamenti tecnologici, supporto clienti e conformità normativa. Questi costi fissi devono essere sostenuti indipendentemente dal numero di utenti che utilizzano effettivamente il servizio con regolarità, creando una pressione economica costante sui gestori.

Il blocco dei fondi statali

Un elemento cruciale che ha accelerato la decisione di rendere SPID a pagamento riguarda il blocco dei fondi statali promessi agli operatori privati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. InfoCert, ad esempio, dichiara di attendere ancora 2,6 milioni di euro dai fondi PNRR che dovevano compensare parte degli investimenti effettuati.

Il governo ha successivamente accordato ai provider la possibilità di monetizzare il servizio SPID proprio per garantire la sostenibilità economica del sistema e il raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione previsti entro il 2026. Senza questa autorizzazione, alcuni gestori avrebbero rischiato di dover interrompere completamente il servizio.

L’incertezza sul futuro dello SPID ha ulteriormente complicato la situazione. Con l’avanzamento della Carta d’Identità Elettronica come sistema alternativo di identificazione digitale sempre più diffuso, i provider hanno dovuto valutare attentamente la sostenibilità a lungo termine del loro investimento nello SPID.

Alternative gratuite per chi non vuole pagare

PosteID e altri provider gratuiti

Per chi attualmente utilizza InfoCert o Aruba e non intende sostenere il canone annuale, PosteID rappresenta l’alternativa più popolare e affidabile. Gestito da Poste Italiane, questo servizio mantiene la gratuità per il mantenimento dell’identità digitale e beneficia della capillare rete di uffici postali presenti sul territorio nazionale per l’eventuale assistenza.

Il passaggio da un provider all’altro richiede la revoca dell’identità SPID esistente presso il gestore attuale e la successiva attivazione di una nuova identità presso il provider scelto. Questo processo, seppur leggermente laborioso, permette agli utenti di evitare completamente i costi annuali mantenendo pieno accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.

Oltre a PosteID, gli utenti possono considerare Lepida, TeamSystem o TIM per uno SPID completamente gratuito, oppure valutare provider come Namirial o Sielte che offrono attivazione gratuita se si utilizza la Carta d’Identità Elettronica per il riconoscimento. La scelta dipende dalle preferenze personali e dalla disponibilità di una CIE valida.

La carta d’identità elettronica come alternativa

La Carta d’Identità Elettronica (CIE) sta emergendo come un sistema di identificazione digitale sempre più utilizzato, potenzialmente destinato a sostituire o affiancare lo SPID nel lungo periodo. La CIE permette già oggi di accedere a numerosi servizi online della Pubblica Amministrazione utilizzando le credenziali associate al documento.

Un vantaggio significativo della CIE è che non richiede alcun abbonamento o costo annuale oltre al prezzo iniziale del documento di identità stesso. Una volta ottenuta la carta e configurate le credenziali di accesso digitale, i cittadini possono utilizzarla per autenticarsi senza preoccuparsi di rinnovi o canoni periodici.

Molti servizi pubblici stanno progressivamente implementando il supporto nativo per la CIE, rendendola un’alternativa concreta e funzionale allo SPID. Per chi deve rinnovare il documento d’identità, optare per la versione elettronica rappresenta una scelta strategica che garantisce l’accesso ai servizi digitali senza costi aggiuntivi futuri.

Come gestire il passaggio al modello a pagamento

Cosa fare se hai InfoCert

Gli utenti InfoCert riceveranno una comunicazione via email all’indirizzo indicato durante la registrazione quando si avvicina la scadenza annuale dell’identità SPID. Questa notifica informerà sulla necessità di effettuare il pagamento di 5,98 euro per mantenere attivo il servizio.

Chi decide di non pagare ha due opzioni principali: lasciare semplicemente scadere l’identità SPID senza rinnovarla, perdendo così l’accesso al servizio InfoCert, oppure procedere con una revoca formale tramite PEC o raccomandata. La seconda opzione è consigliabile per avere certezza della chiusura del rapporto contrattuale.

Prima di far scadere l’identità InfoCert, è fondamentale attivare un nuovo SPID presso un provider alternativo per non rimanere senza accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Il processo di migrazione richiede alcuni giorni, quindi è importante pianificarlo con anticipo rispetto alla scadenza.

Come cambiare provider

Il cambio di provider SPID inizia con la scelta del nuovo gestore e la verifica delle modalità di attivazione disponibili. Se si possiede una Carta d’Identità Elettronica valida, è possibile accedere alle procedure di riconoscimento gratuite offerte dalla maggior parte dei provider, evitando costi aggiuntivi.

Dopo aver completato l’attivazione della nuova identità SPID, è necessario revocare formalmente quella precedente presso il vecchio provider. Questa operazione può generalmente essere effettuata attraverso l’area personale del sito web del gestore o seguendo le procedure indicate nelle condizioni contrattuali.

Durante il periodo di transizione, è consigliabile mantenere attive entrambe le identità fino a quando si verifica che la nuova funzioni correttamente con tutti i servizi utilizzati abitualmente. Solo dopo aver confermato il pieno funzionamento si può procedere con la revoca definitiva dell’identità SPID presso il provider che applica il canone annuale.

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