Javier Milei ha conquistato una vittoria straordinaria nelle elezioni legislative del 26 ottobre 2025, quando il suo partito La Libertad Avanza ha ottenuto oltre il 40% dei voti, trasformando completamente il panorama politico argentino. Questo successo, sorprendente per la sua ampiezza, è il risultato di una convergenza di fattori: il controllo dell’inflazione, le riforme economiche radicali e il decisivo supporto del presidente statunitense Donald Trump.
L’ascesa del presidente ultraliberista
La vittoria di Milei rappresenta un momento storico per l’Argentina, che ha scelto di voltare pagina rispetto a cento anni di declino economico e politico. Il presidente ultraliberista ha conquistato mandato in una tornata elettorale che fungeva da referendum sulla sua gestione dei primi due anni di presidenza. Il movimento La Libertad Avanza, che nel 2023 aveva conquistato solo 37 seggi alla Camera bassa, è passato a ben 101 deputati, mentre al Senato è aumentato da 6 a 20 rappresentanti.
Questo incremento sostanziale assicura a Milei un controllo parlamentare senza precedenti, permettendogli di evitare tentativi di impeachment e di proseguire senza ostacoli significativi con il suo programma di riforme radicali. L’opposizione peronista, tradizionalmente dominante in Argentina, ha ottenuto solo il 31-32% dei voti, registrando la peggiore performance dell’alleanza progressista negli ultimi anni.
Perché Milei ha vinto in Argentina
La sorpresa della vittoria risiede nel fatto che nessun sondaggio aveva previsto un margine così ampio. Il presidente, che molti temevano potesse fermarsi attorno al 30%, ha invece stravinto con percentuali che superavano chiaramente le aspettative. Questo risultato inatteso ha riportato stabilità ai mercati argentini, che erano stati seriamente minacciati dalle incertezze preelettorali.
A Buenos Aires, seduta nel suo quartier generale elettorale, Milei ha celebrato il risultato con straordinaria energia, cantando persino versi del suo inno death-metal preferito e proclamando che l’Argentina aveva aperto una nuova pagina. Ha ringraziato il popolo argentino per aver confermato il mandato ricevuto alle presidenziali del 2023 e per aver autorizzato il proseguimento del percorso delle riforme ultraliberiste che caratterizzano il suo governo.
Il controllo dell’inflazione come fattore decisivo
Il fattore economico più determinante nella vittoria di Milei è stata la drastica riduzione dell’inflazione, che rappresenta una rivoluzione rispetto agli anni precedenti. Nel 2023, prima dell’arrivo di Milei, l’inflazione aveva raggiunto il 292% annuo, rendendo la moneta argentina praticamente inutile e immiserendo la popolazione. Attraverso politiche di austerità drastica e liberalizzazioni radicali, Milei ha ridotto l’inflazione a poco sopra il 30% nei mesi più recenti.
Questa stabilizzazione monetaria, sebbene accompagnata da sacrifici economici significativi, ha permesso ai cittadini argentini di pianificare il futuro con maggiore prevedibilità. Nel 2024, il governo ha raggiunto il pareggio di bilancio, un risultato straordinario dopo anni di deficit crescenti, riducendo la spesa pubblica del 28% attraverso tagli a investimenti, pensioni, assistenza sociale e salari pubblici.
Le misure di austerità e le loro conseguenze
Le politiche economiche del governo Milei sono state radicali e non convenzionali. Il taglio del 28% della spesa pubblica ha rappresentato un intervento chirurgico sull’economia argentina, eliminando programmi sociali, congelando i salari pubblici e riducendo gli investimenti infrastrutturali. Nonostante il costo umano di queste misure, i risultati economici hanno finito per parlare da soli agli occhi degli elettori.
Il PIL argentino ha mostrato segni di crescita nel terzo trimestre 2025, suggerendo che la fase più acuta della recessione stava terminando. La disoccupazione ha iniziato a calare dopo i picchi registrati durante la crisi, e i tassi di povertà hanno mostrato i primi segnali di diminuzione nella prima metà del 2025. Questi indicatori positivi hanno persuaso gli argentini che il peggio della crisi fosse passato.
Dalla crisi del 2023 alla stabilizzazione economica
Nel 2023, l’Argentina aveva affrontato un default tecnico causato dal mancato pagamento di 503 milioni di dollari di interessi su bond per 66 miliardi di dollari. La proposta di ristrutturazione del debito era stata respinta dagli investitori internazionali, creando una situazione di stallo economico. Milei ereditò questa situazione catastrofica e la trasformò radicalmente attraverso politiche che nessuno altri avrebbe osato implementare.
La credibilità guadagnata attraverso il controllo dell’inflazione e il raggiungimento del pareggio di bilancio ha convinto gli argentini che il presidente stesse mantenendo le promesse fatte durante la campagna presidenziale del 2023. Questo elemento di coerenza politica, unito ai primi risultati concreti, ha costruito una base solida di consenso che si è espressa pienamente nelle elezioni legislative di ottobre 2025.
L’appoggio cruciale di Donald Trump
Un elemento decisivo nella vittoria di Milei è stato il supporto esplicito di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti. Nel periodo precedente le elezioni, Trump aveva promesso 40 miliardi di dollari di aiuti finanziari all’Argentina, vincolando esplicitamente ulteriori interventi al successo elettorale di Milei. In una dichiarazione che non lasciava ambiguità, Trump aveva affermato: “Se Milei non vince non saremo così generosi”.
Questa promessa non era meramente retorica: il governo statunitense aveva già messo in atto uno swap di 20 miliardi di dollari come segnale di impegno concreto. Durante il periodo più critico delle incertezze preelettorali, quando l’economia argentina era sotto forte pressione e la moneta vacillava, questo supporto finanziario ha agito come ancora di stabilità. I mercati internazionali hanno interpretato il sostegno americano come una garanzia che l’Argentina non sarebbe caduta nuovamente nel caos economico.
L’alleanza personale tra Milei e Trump
La relazione tra Milei e Trump non è puramente di convenienza politica, ma riflette una profonda affinità ideologica. Entrambi si definiscono come leader anti-establishment che sfidano le élite tradizionali. Milei si autodefinisce come capo di stato “anarco-capitalista“, una posizione ancora più radicale rispetto al conservatorismo di Trump. Nonostante le differenze, i due leader hanno trovato una comune causa nel ridimensionamento dello stato e nella liberalizzazione dei mercati.
Trump ha utilizzato la sua piattaforma Truth Social per congratularsi pubblicamente con Milei, dichiarando: “Sta facendo un lavoro straordinario! La nostra fiducia in lui è stata giustificata dal popolo argentino”. Queste parole non erano semplici cortesia diplomatica, ma un riconoscimento della sua lealtà politica e della condivisione della visione populista e anti-globalista.
Il salvataggio dalla tempesta perfetta
Milei era arrivato alle elezioni nel mezzo di una profonda crisi che minacciava di rovesciare il suo governo. A settembre 2025, la pubblicazione di audio privati aveva causato danni significativi alla sua immagine pubblica e scosso il sostegno politico. Se in quel momento Trump non avesse rinnovato le sue promesse di supporto finanziario, l’Argentina avrebbe potuto precipitare nuovamente nel caos economico.
L’intervento di Washington è stato essenziale per salvare Milei dalla tempesta perfetta di crisi economica e politica. Senza questo supporto internazionale, le riforme radicali del presidente avrebbero potuto essere rovesciate da un ritorno alla crisi inflazionistica e alla sfiducia degli investitori. Il supporto di Trump ha dato ai mercati la sicurezza necessaria per mantenere la stabilità durante i momenti più delicati della campagna elettorale.
Il programma radicale e le riforme future
Con il consolidamento della vittoria elettorale e il rafforzamento della base parlamentare, Milei ha annunciato l’intenzione di proseguire e accelerare il suo programma di riforme radicali. Il presidente ha sottolineato che le elezioni rappresentano una “consacrazione storica” del suo programma e che ora ha il mandato chiaro per implementare misure ancora più ambiziose.
Tra gli obiettivi del governo figurano riforme fiscali importanti che potrebbero incluedere ulteriori tagli alle imposte e semplificazione del sistema tributario secondo i principi ultraliberisti. Allo stesso tempo, il governo intende proseguire con le riforme del mercato del lavoro, cercando di ridurre la rigidità occupazionale e facilitare le assunzioni e i licenziamenti secondo le logiche di mercato.
La dolarizzazione dell’economia argentina
Uno dei progetti più discussi del governo Milei è la sostituzione della moneta argentina con il dollaro statunitense come valuta ufficiale. Sebbene questo progetto non sia stato implementato prima delle elezioni, ora che Milei ha una base parlamentare solida, potrebbe perseguire questa politica. La dolarizzazione eliminerebbe completamente il rischio di svalutazione della moneta e ancorerebbe l’economia argentina al sistema monetario americano.
Questa misura, sebbene controversa, rappresenterebbe il compimento logico della visione ultraliberista di Milei di ridurre il ruolo dello stato, inclusa la sua capacità di controllare la politica monetaria. Un’Argentina dolarizzata non potrebbe più creare inflazione attraverso l’espansione monetaria, ma perderebbe anche l’autonomia sulla politica economica.
Le prospettive a medio e lungo termine
La vittoria elettorale di Milei apre scenari molto differenti rispetto al passato recente dell’Argentina. Con una base parlamentare rafforzata e il supporto internazionale di Trump, il presidente avrà libertà d’azione significativamente maggiore per implementare il suo programma radicale. L’elezione di Milei ha rappresentato una scelta popolare consapevole per abbandonare il modello precedente di economia interventista e statalista.
Tuttavia, i prossimi mesi metteranno alla prova la sostenibilità delle riforme attuate. Se l’inflazione dovesse riprendere a salire o la disoccupazione non dovesse calare ulteriormente, il consenso verso il governo potrebbe erodersise. Allo stesso tempo, se la stabilizzazione economica dovesse consolidarsi e il PIL crescere in modo consistente, Milei avrebbe i dati per reclamare di aver salvato l’Argentina dal collasso.
L’Argentina sotto Milei rappresenta un esperimento politico radicale nel contesto dell’America Latina. Se il modello ultraliberista dovesse funzionare nel lungo termine, potrebbe ispirare altri paesi della regione a intraprendere percorsi simili. Al contrario, se le critiche di chi sostiene che le riforme colpiranno i settori più fragili della società dovessero rivelarsi fondate, il governo potrebbe affrontare una crescente contestazione sociale nei mesi a venire.




