Il Bonus mamme lavoratrici 2025 è un contributo mensile di 40 euro destinato alle madri occupate con almeno due figli. La misura, introdotta dal decreto-legge n. 95/2025, sostituisce temporaneamente l’esonero contributivo previsto per il 2026. Per accedere al beneficio, è necessario essere una lavoratrice dipendente (escluso lavoro domestico) o autonoma, con reddito annuo inferiore a 40.000 euro. Il diritto decorre dal compimento del secondo figlio e prosegue fino al decimo compleanno del più piccolo (o fino ai 18 anni con tre o più figli). La domanda va presentata entro il 9 dicembre 2025 tramite il portale INPS, in un’unica soluzione erogata a dicembre 2025 o entro febbraio 2026 per le domande tardive.
Chi ha diritto al bonus mamme 2025
Il Bonus mamme è riservato a una categoria ben definita di lavoratrici. Non è destinato a tutte le madri, ma solo a quelle che soddisfano specifiche condizioni occupazionali e reddituali. Comprendere chi rientra effettivamente nel perimetro della misura è fondamentale per evitare errori in fase di richiesta.
Tipologie di lavoratrici beneficiarie
Le lavoratrici dipendenti rappresentano la categoria principale. Sono incluse sia le dipendenti del settore pubblico che del privato, purché non occupate in attività domestica. Il lavoro domestico rimane escluso specificamente dalla norma, anche se regolarmente registrato. Le lavoratrici autonome e le professioniste possono accedere al bonus se iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie, tra cui le casse professionali (ragionieri, commercialisti, ingegneri, ecc.) e la Gestione Separata INPS. Questo rappresenta un’importante apertura verso il lavoro indipendente, che spesso rimane escluso da misure di welfare dedicate alle madri.
Requisiti relativi alla composizione familiare
Il numero di figli è un elemento decisivo per determinare il diritto. Con due figli, il bonus spetta fino al compimento dei 10 anni del secondo figlio (il più piccolo). Con tre o più figli, il diritto si estende fino ai 18 anni del figlio più piccolo. È importante notare che per le madri con tre o più figli titolari di contratti a tempo indeterminato, il bonus è escluso, poiché queste lavoratrici beneficiano già dell’esonero totale dei contributi IVS previsto dalla Legge di Bilancio 2024. Pertanto, solo le madri con tre o più figli in contratti a termine, part-time, autonome o professioniste possono accedere a questa integrazione.
Limite di reddito e verifiche
Il reddito annuo da lavoro non deve superare i 40.000 euro. Questo limite è calcolato sul reddito lordo dell’anno 2025 e rappresenta un criterio di selettività economica. Il rapporto di lavoro o l’attività autonoma devono inoltre essere in essere nel mese di riferimento per il quale si richiede il beneficio. In altre parole, se una lavoratrice termina il rapporto occupazionale a marzo 2025, potrà ricevere il bonus solo fino al mese di febbraio.
Bonus mamme requisiti e modalità di accesso
Accedere al Bonus mamme richiede il rispetto simultaneo di più condizioni. Non è sufficiente avere due figli: è necessario soddisfare anche requisiti occupazionali e reddituali, oltre a presentare la domanda nei termini corretti. Una comprensione completa di questi requisiti evita rifiuti delle istanze e ritardi nell’erogazione.
Combinazione di requisiti occupazionali e familiari
L’ottenimento del bonus dipende dalla convergenza di almeno tre elementi: status occupazionale regolare, composizione familiare certificata e reddito entro il tetto massimo. Ad esempio, una madre dipendente con due figli riceverà il bonus solo se il reddito 2025 non eccede 40.000 euro e il secondo figlio non ha ancora compiuto 10 anni al momento della domanda. Una madre autonoma con tre figli, pur in possesso della qualifica professionale e iscrizione a cassa ordinistica, non avrà accesso se il suo reddito supera 40.000 euro o se tutti i figli hanno raggiunto i 18 anni. Analogamente, una madre con contratto a tempo indeterminato e tre figli rimane esclusa dalla misura.
Documentazione necessaria da fornire
La domanda deve corredare la richiesta con evidenza del numero di figli, tramite codice fiscale dei minori o altra documentazione equivalente (certificati di nascita, estratti dello stato civile). È inoltre necessario dichiarare la tipologia di rapporto di lavoro (dipendente, autonoma, professionale) e fornire autocertificazione del reddito da lavoro, coerente con la documentazione fiscale dell’anno 2025. Per le madri con tre o più figli, occorre esplicitamente attestare l’assenza di contratto a tempo indeterminato o la sua scadenza/trasformazione entro il mese della richiesta.
Scadenza domanda bonus mamme lavoratrici 2025
La finestra temporale per presentare la domanda è ristretta e non è prorogabile, se non in specifici casi. La circolare INPS n. 139 del 28 ottobre 2025 ha fissato con chiarezza le scadenze, che rappresentano il termine ultimo per non perdere il diritto all’integrazione.
Data limite ordinaria: 9 dicembre 2025
La scadenza ordinaria è fissata al 9 dicembre 2025, ovvero 40 giorni dopo la pubblicazione della circolare dell’INPS del 28 ottobre. Poiché il 7 dicembre cade di domenica e l’8 è festa nazionale (Festa dell’Immacolata Concezione), la scadenza slittava naturalmente al 9 dicembre. Qualsiasi domanda pervenuta dopo questa data sarà respinta, a meno che la richiedente non rientri nella proroga straordinaria.
Proroga per nuove maturazioni di diritto
Le lavoratrici che maturano i requisiti dopo il 9 dicembre 2025 dispongono di una proroga fino al 31 gennaio 2026. Questo caso si verifica, ad esempio, se una lavoratrice perde il contratto a tempo indeterminato a dicembre, o se un terzo figlio nasce dopo il 9 dicembre. In questi scenari, la domanda può essere presentata nei 40 giorni dalla data di maturazione del nuovo requisito, comunque non oltre il 31 gennaio 2026.
Tempistica di erogazione
L’importo di 40 euro mensili, moltiplicato per massimo 12 mensilità (gennaio-novembre 2025), verrà erogato in un’unica soluzione, non in rate mensili. Le domande pervenute entro il 9 dicembre riceveranno il pagamento nel mese di dicembre 2025. Le domande tardive, presentate tra il 10 dicembre 2025 e il 31 gennaio 2026, riceveranno l’importo entro febbraio 2026.
Importo e modalità di erogazione del bonus
Il bonus è stato strutturato come contributo certo e semplice, destinato a fornire un aiuto immediato alle madri lavoratrici. L’importo, sebbene modesto su base mensile, rappresenta un riconoscimento economico del ruolo delle donne nel mercato del lavoro e della maternità.
Quantificazione dell’importo
Il contributo è fissato a 40 euro mensili, pari a un massimo annuale di 480 euro (moltiplicato per 12 mesi). Tuttavia, poiché la misura copre il periodo gennaio-novembre 2025 (11 mensilità), l’importo complessivo erogabile è di 440 euro per l’anno in corso. Questo importo è esente da tassazione e non rientra nel calcolo dell’ISEE, il che significa che non comporta effetti negativi sulla situazione economica dichiarata della famiglia.
Modalità di versamento in unica soluzione
A differenza di altre misure di sostegno, il Bonus mamme non viene corrisposto mensilmente. L’INPS effettua un unico versamento a dicembre 2025 (o entro febbraio 2026 per le domande tardive), accreditando l’intero importo spettante direttamente sul conto corrente della richiedente. Questa scelta semplifica l’erogazione amministrativa, ma concentra il pagamento in un unico momento, che spesso coincide con i consumi natalizi.
Come richiedere il bonus mamme 2025 senza errori
La procedura di richiesta è completamente telematica e non prevede possibilità di presentazione cartacea. Accedere al portale INPS con le credenziali corrette, completare il modulo di domanda senza omissioni e verificare la corretta trasmissione sono i passaggi cruciali per evitare refusioni.
Accesso al portale INPS e autenticazione
La domanda deve essere presentata esclusivamente tramite il portale INPS (www.inps.it), accedendo all’area personale riservata. Per accedere, è necessario disporre di credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), della Carta di Identità Elettronica (CIE) o della Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Se non si possiede alcuna di queste credenziali, è possibile crearne una gratuitamente presso gli enti abilitati (Comuni, Poste, banche) o richiedere l’attivazione direttamente sul sito INPS. Una volta effettuato l’accesso, la sezione “Servizi per il cittadino” consente di localizzare il modulo di domanda per il Bonus Mamme.
Compilazione corretta della domanda
Il modulo di domanda richiede l’inserimento di dati personali anagrafici, il numero di figli con relativi codici fiscali, la tipologia di rapporto di lavoro (dipendente, autonoma, professionista), il reddito annuo stimato per il 2025, e il conto corrente bancario dove ricevere l’accredito. È fondamentale compilare ogni campo senza lacune e verificare l’esattezza dei dati, in particolare il codice fiscale dei figli e l’IBAN del beneficiario. Errori nella compilazione sono causa frequente di rigetto, con conseguente necessità di ripresentare la domanda.
Verifica della trasmissione e conservazione della ricevuta
Dopo aver completato la compilazione, la domanda deve essere sottoposta elettronicamente mediante il pulsante “Invia” o equivalente. L’INPS genera una ricevuta di trasmissione che contiene un numero di protocollo univoco. È importante conservare questa ricevuta per dimostrare l’avvenuta presentazione della domanda entro i termini. Nel caso di contestazioni successivamente sollevate (ad esempio, il sistema comunica una scadenza superata), la ricevuta con data e ora di trasmissione rappresenta la prova documentale della tempestività.
Scenari pratici e esempi di applicazione
Comprendere il funzionamento concreto del bonus attraverso esempi reali consente di identificare rapidamente la propria posizione e di evitare malintesi interpretativi delle norme.
Madre con due figli: il caso più frequente
Una lavoratrice dipendente di un’azienda privata ha due figli: il primo nato nel 2015 e il secondo nel 2020. Nel 2025, il reddito lordo è di 35.000 euro. Poiché il secondo figlio compie 10 anni a maggio 2025, il bonus spetta da gennaio a maggio (5 mensilità × 40 euro = 200 euro). Se la domanda è presentata entro il 9 dicembre 2025, l’intero importo sarà erogato a dicembre 2025. Se la lavoratrice presenta domanda il 15 gennaio 2026, l’importo sarà erogato entro febbraio 2026, ma l’importo rimane sempre di 200 euro (5 mensilità).
Madre di tre figli, trasformazione a tempo indeterminato
Una lavoratrice autonoma iscritto a cassa ordinistica ha tre figli: il più piccolo ha 14 anni. Nel gennaio 2025, il reddito è di 38.000 euro. Ha diritto al bonus per tutte le mensilità di gennaio-novembre, poiché il figlio più piccolo non ha ancora compiuto 18 anni. Tuttavia, a luglio 2025, il suo contratto a progetto viene trasformato in contratto a tempo indeterminato. Secondo le norme, da quel momento la lavoratrice cessa di aver diritto al bonus, poiché è esclusa quando titolare di contratto indeterminato con tre o più figli (in quanto già beneficiaria dell’esonero IVS). Pertanto, il bonus spetta da gennaio a giugno (6 mensilità × 40 euro = 240 euro).
Madre con un figlio e secondo nato ad aprile
Una lavoratrice autonoma ha un figlio nato nel 2018. A maggio 2025 nasce il secondo figlio. Il diritto al bonus matura da maggio 2025 (data di nascita del secondo figlio), poiché prima non possedeva il requisito di almeno due figli. Presenta domanda il 20 novembre 2025, entro il 9 dicembre. Riceve il bonus per 7 mensilità (maggio-novembre) × 40 euro = 280 euro, erogati a dicembre 2025.
Errori comuni da evitare e consigli finali
La compilazione della domanda e la verifica dei requisiti presentano alcune insidie frequenti. Conoscerle consente di ridurre drasticamente il rischio di rifiuto e di garantirsi il diritto all’integrazione economica.
Confusione sul limite di reddito
Molte richiedenti credono che il limite di 40.000 euro sia calcolato su base netta (stipendio in busta paga) anziché lordo. Il limite è sempre riferito al reddito lordo da lavoro, come chiaramente indicato nella normativa. Una madre che percepisce uno stipendio netto di 2.500 euro al mese (equivalente a circa 39.000 euro lordi) rientra nel limite; una madre che dichiara reddito lordo di 42.000 euro viene esclusa, anche se il netto è inferiore ai 40.000 euro.
Omissione di informazioni sui figli
La domanda richiede l’indicazione del codice fiscale di ogni figlio e dell’età al momento della richiesta. Molte richiedenti tralasciano di inserire il codice fiscale correttamente o comunicano un’età non aggiornata. Queste omissioni comportano il rinvio della pratica per integrazione documentale, con conseguente rischio di superamento della scadenza.
Errore nell’IBAN e ritardi di accredito
L’IBAN bancario deve essere inserito in modo preciso e verificato prima della trasmissione della domanda. Un IBAN errato comporta il mancato accredito e necessita di una comunicazione successiva di rettifica all’INPS. È prudente copiare l’IBAN direttamente dal libretto di assegni o dal sito della propria banca, evitando di digitarlo a memoria.
Sottovalutazione della scadenza
La scadenza del 9 dicembre 2025 è tassativa. I sistemi informatici dell’INPS rifiutano automaticamente le domande presentate successivamente, salvo il caso di maturazione sopravvenuta di diritti. Non esiste possibilità di deroga o proroga ordinaria, nemmeno per alcuni giorni. È consigliabile presentare la domanda almeno una settimana prima della scadenza, per evitare problemi tecnici dell’ultimo minuto (rallentamenti del portale, guasti informatici, errori di trasmissione).


