Il 25 ottobre 2025 Roma si è trasformata in un palcoscenico di mobilitazione sociale con la manifestazione CGIL Roma 25 ottobre intitolata “Democrazia al Lavoro”. Migliaia di lavoratori, pensionati e giovani hanno invaso le strade della capitale per chiedere un cambio di rotta alle politiche economiche del Governo. La manifestazione, concentratasi in Piazza della Repubblica alle 13:30, ha percorso le vie storiche della città fino a raggiungere Piazza San Giovanni in Laterano, dove sono stati pronunciati interventi dal palco sui temi cruciali del lavoro, della giustizia fiscale e della pace. L’evento rappresenta una delle più grandi mobilitazioni sindacali dell’anno, con il segretario generale CGIL Maurizio Landini che ha aperto esplicitamente alla possibilità di ricorrere allo sciopero qualora il Governo non rispondesse alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici italiane sulla manovra di bilancio 2026.
La manifestazione nazionale CGIL e i suoi significati
Il nome scelto per l’evento, “Democrazia al Lavoro”, sintetizza la visione della CGIL su come dovrebbe funzionare il Paese. La democrazia non è solo voto, sostengono i sindacalisti, ma anche la possibilità concreta di lavorare con dignità, di percepire un salario che permetta di vivere e di accedere a servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione. La manifestazione ha dunque rappresentato non soltanto una protesta contro la manovra di bilancio presentata dal Governo, ma anche una proposta alternativa di modello di sviluppo basato su equità, giustizia sociale e investimenti pubblici strategici.
Il percorso e l’organizzazione
La manifestazione ha avuto inizio nel primo pomeriggio di sabato con il concentramento in Piazza della Repubblica alle ore 13:30. Da lì è partito un corteo che ha attraversato vie simboliche della città: via Cavour, via Merulana, via dello Statuto, Piazza Vittorio ed via Emanuele Filiberto, concludendosi finalmente a Piazza San Giovanni in Laterano. La scelta dei percorsi non è casuale, rappresentando il cuore della Roma storica e amministrativa, per amplificare visibilità e messaggi della manifestazione. Dalle 15 in poi, il palco di Piazza San Giovanni ha accolto interventi, testimonianze e momenti musicali trasmessi in diretta streaming sui canali ufficiali della CGIL.
La partecipazione dalla Toscana e da tutta Italia
La mobilitazione ha visto una massiccia affluenza da tutta Italia, in particolare dalla Toscana, che ha organizzato contingenti numerosi. Dalla regione toscana sono partiti oltre 5.000 partecipanti suddivisi in circa 100 pullman, treni e automobili private. Un elemento simbolico particolarmente suggestivo è stata la presenza della nota “bandiera della pace” di Prato, lunga 500 metri e larga 14 metri, probabilmente la più grande al mondo, che rappresentava l’impegno dei manifestanti verso la pace e contro il riarmo.
Le rivendicazioni al centro della protesta
Aumenti salariali e pensionistici
Tra le priorità della manifestazione nazionale CGIL Roma, al primo posto figurano gli aumenti salariali e pensionistici. La CGIL denuncia che “la gente non ce la fa più ad arrivare a fine mese: si è poveri lavorando”. Secondo il sindacato, occorre aumentare i salari reali attraverso il rinnovamento dei contratti collettivi nazionali con detassazione degli incrementi salariali. Parallelamente, le pensioni devono essere adeguate all’inflazione e garantire dignità a chi ha lavorato una vita intera. La richiesta di un salario minimo contrattuale emerge come centrale nella piattaforma rivendicativa.
Sanità, istruzione e investimenti pubblici
Un secondo pilastro riguarda gli investimenti in sanità e scuola. Il Servizio Sanitario Nazionale soffre di decenni di sottofinanziamento, con conseguenze dirette sulla qualità delle cure e sull’accesso per i cittadini. Allo stesso modo, il sistema scolastico richiede risorse massicce per modernizzazione, assunzioni stabili e miglioramento delle condizioni di lavoro dei docenti. La CGIL propone un piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego per invertire il trend di precarietà e sottofinanziamento.
Riforma fiscale e lotta all’evasione
Centrale nella manifestazione è stata la richiesta di una vera riforma fiscale che faccia pagare chi ha di più. La CGIL rivendica la restituzione di 25 miliardi di euro che lavoratrici e lavoratori hanno pagato indebitamente negli ultimi anni a causa del “fiscal drag” (il meccanismo per cui l’inflazione spinge i contribuenti in scaglioni più alti senza reale aumento di reddito). Una fiscalità equa, secondo il sindacato, libererebbe risorse da destinare a chi lavora, ai pensionati e ai servizi pubblici essenziali.
Contro la precarietà e il lavoro povero
La manifestazione ha puntato i riflettori su un flagello crescente: il lavoro povero e la precarietà diffusa. Contratti a termine, part-time involontario e orari non tutelati caratterizzano sempre più l’occupazione italiana. La CGIL chiede il contrasto deciso alla precarietà attraverso maggiori tutele, conversione dei contratti precari in stabili e applicazione piena dei contratti collettivi nazionali.
Maurizio Landini apre allo sciopero: le parole del segretario generale
Il messaggio dal palco di Piazza San Giovanni
Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha pronunciato un discorso incisivo dal palco di Piazza San Giovanni in Laterano. Ha ribadito che la manovra di bilancio presentata dal Governo peggiora le condizioni di vita e di lavoro per la stragrande maggioranza dei cittadini, colpendo lavoratori, pensionati, giovani e donne. Il suo intervento ha sottolineato l’urgenza di un cambio di rotta nelle politiche economiche, non più accettabile rimandare le risposte alle rivendicazioni sindacali.
Apertura verso lo sciopero
In una dichiarazione che non esclude il ricorso a forme di lotta più forti, Landini ha aperto esplicitamente alla possibilità di promuovere uno sciopero generale qualora il Governo non accogliesse le rivendicazioni della manifestazione e dei lavoratori. Questa dichiarazione rappresenta un’escalation nella conflittualità sindacale e segnala che la CGIL è determinata a perseguire i propri obiettivi attraverso tutti gli strumenti a disposizione. Lo sciopero potrebbe toccare diversi settori: dalla sanità ai trasporti, dalla scuola ai servizi pubblici, interessando così milioni di cittadini.
L’attenzione ai giovani e al futuro
Landini ha sottolineato inoltre come i giovani non vedono un futuro nel lavoro, con troppi costretti a emigrare dall’Italia in cerca di opportunità. Ha lanciato un appello a “ascoltare i giovani e costruire con loro una società fondata sulla solidarietà e sulla giustizia”, riconoscendo l’importanza di unire le battaglie del sindacato tradizionale con le istanze delle nuove generazioni.
Il contesto della manovra di bilancio 2026
Le critiche alla “finanziaria di guerra”
La CGIL ha definito la manovra di bilancio 2026 come una “finanziaria di guerra”, accusando il Governo di destinare risorse al riarmo anziché a welfare, occupazione e servizi pubblici. In un’epoca segnata da conflitti internazionali, il sindacato sostiene che l’Italia debba scegliere una strada diversa: investire in pace, solidarietà internazionale e sviluppo sostenibile. Il no al riarmo è diventato uno slogan centrale della manifestazione, risuonando tra i cartelloni e i cori dei partecipanti.
Proposte alternative della CGIL
Contrapposta alla manovra governativa, la CGIL ha portato in piazza una proposta alternativa articolata, che include: stop alle guerre e al riarmo, più risorse per sanità, istruzione e politiche sociali abitative, applicazione piena dei contratti collettivi nazionali, lotta decisa alla povertà e alle diseguaglianze territoriali, politica di pace e solidarietà internazionale. Questa visione rappresenta un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello sin qui perseguito, incentrato su equità e giustizia piuttosto che su logiche di mercato e militarizzazione.
La simbologia e i messaggi della manifestazione
Lo striscione dello SPI nazionale
In occasione della manifestazione, la Spi (Sindacato Pensionati Italiani) nazionale ha predisposto un gazebo in Piazza della Repubblica con materiale informativo. Particolarmente significativo è stato lo striscione nazionale con la scritta su campo rosso “La lotta non ha età. SPI CGIL”, a evidenziare come la lotta per i diritti riguardi tutte le generazioni, da chi lavora a chi è in pensione, riaffermando il diritto a una pensione dignitosa e sostenibile per tutte e tutti.
La bandiera della pace di Prato
La bandiera della pace lunga 500 metri e larga 14 metri proveniente da Prato ha rappresentato uno dei momenti più emozionali della manifestazione. Simbolo storico di impegno pacifista, la sua presenza ha rinforzato il messaggio della CGIL su pace, non riarmo, e solidarietà internazionale, in particolare verso la Palestina e Gaza.
I numeri della mobilitazione
Partecipazione massiccia da tutta Italia
La manifestazione CGIL Roma 25 ottobre ha visto una partecipazione straordinaria da tutto il territorio nazionale. Solo dalla Toscana sono giunti oltre 5.000 manifestanti, a cui si aggiungono i contingenti provenienti da Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Lazio e altre regioni. La piazza e le vie di Roma si sono riempite di lavoratori, pensionati, disoccupati, studenti e attivisti che condividono le rivendicazioni sindacali.
Visibilità e copertura mediatica
La manifestazione ha goduto di ampia copertura mediatica, con dirette streaming trasmesse da cgil.it, collettiva.it e dalle pagine social ufficiali del sindacato a partire dalle 15. I principali media hanno coperto l’evento, contribuendo a diffondere i messaggi della CGIL a livello nazionale e amplificandone l’impatto politico.
Le prospettive future: verso lo sciopero?
Possibili date e settori interessati
Le dichiarazioni di Landini lasciano aperta la possibilità di uno sciopero generale nei prossimi mesi. Qualora il Governo non rispondesse adeguatamente alle rivendicazioni, la CGIL potrebbe promuovere astensioni dal lavoro che interesserebbero diversi settori: sanità, scuola, trasporti, servizi pubblici e settore privato. Uno sciopero di tale portata avrebbe un impatto massiccio sulla vita quotidiana dei cittadini, amplificando il messaggio politico della mobilitazione.
La pressione sul Governo
La manifestazione del 25 ottobre rappresenta il primo atto di una possibile escalation nella conflittualità tra CGIL e Governo. Le rivendicazioni sindacali sono concrete e riguardano aspetti fondamentali della vita dei cittadini: lavoro, salario, sanità, scuola. La CGIL continuerà probabilmente a pressare il Governo attraverso tavoli negoziali, comunicati stampa e nuove iniziative di mobilitazione, fino a quando non otterrà risposte significative sulla manovra di bilancio 2026.
Unità con altre organizzazioni sindacali
Sebbene la manifestazione fosse promossa dalla CGIL, è possibile che nel prossimo futuro si sviluppi un coordinamento con le altre confederazioni sindacali (UIL e CISL) per azioni comuni di protesta. L’unità sindacale, quando si realizza, rappresenta una forza politica particolarmente incisiva nel dialogo con il Governo e nel contrastare politiche ritenute inique.




