Diritto di superficie: come costruire su un terreno senza esserne proprietari

Il diritto di superficie è un diritto reale di godimento che consente di costruire e mantenere un edificio su un terreno di proprietà altrui, diventando proprietari della costruzione senza acquisire il suolo. È disciplinato dal Codice Civile italiano negli articoli 952 e seguenti e può avere durata determinata o indeterminata, rappresentando un’importante eccezione al principio dell’accessione immobiliare.

Come funziona il diritto di superficie

Il diritto di superficie permette a un soggetto, chiamato superficiario, di edificare una costruzione su un terreno appartenente a un’altra persona, il proprietario del suolo, acquisendo la piena proprietà di quella costruzione. Questo significa che il superficiario diventa titolare dei diritti sulla struttura edificata, pur non essendo proprietario del terreno sottostante. Si tratta di un’opportunità rilevante nel mercato immobiliare perché consente di sfruttare il potenziale edificatorio di un terreno senza acquistarne la proprietà, abbattendo significativamente i costi iniziali.

La definizione legale

L’articolo 952 del Codice Civile sancisce che il proprietario può costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri, che ne acquista la proprietà. La norma prevede anche la possibilità di estendere questo diritto al di sotto del suolo, permettendo quindi costruzioni in profondità. Il diritto di superficie si distingue nettamente dalla proprietà ordinaria perché il superficiario non possiede il suolo, ma solamente la costruzione e i diritti di godimento relativi alla struttura edificata.

Il superficiario e il proprietario del suolo

Il superficiario è il soggetto che acquista il diritto di costruire e mantiene la proprietà della costruzione. Il proprietario del suolo, al contrario, mantiene la titolarità del terreno sottostante e riceve generalmente un corrispettivo per il diritto concesso. Tra questi due soggetti intercorre una relazione giuridica disciplinata da un contratto specifico, nel quale vengono definite le modalità di utilizzo, la durata del diritto e gli eventuali oneri a carico dell’uno o dell’altro.

Modalità di costituzione e forme del diritto

La creazione di un diritto di superficie richiede il rispetto di procedure precise e formali. Il Codice Civile indica tre modalità principali attraverso cui può essere costituito, ciascuna con caratteristiche e requisiti specifici.

Le tre modalità di acquisizione

Il diritto di superficie può essere acquisito per contratto, stipulato tra il proprietario del suolo e il soggetto interessato a costruire. Questa è la forma più comune e flessibile, in quanto le parti possono concordare liberamente i termini dell’accordo. In secondo luogo, il diritto può essere attribuito per testamento, permettendo al defunto di disporre della proprietà superficiaria a favore di eredi o legatari. Infine, il diritto può costituirsi anche per usucapione, ovvero attraverso il possesso continuato e pacifico del terreno per il periodo stabilito dalla legge, che per i diritti reali è di venti anni.

L’atto notarile e la registrazione

Indipendentemente dalla modalità scelta, il diritto di superficie deve essere formalizzato mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata, registrato presso i registri immobiliari locali. Questo formalismo non è una semplice formalità burocratica, ma una garanzia essenziale per la validità dell’accordo e per garantire la certezza e la pubblicità del diritto. L’atto notarile documenta i termini della costituzione, la durata, gli eventuali oneri e tutte le condizioni concordate tra le parti.

Diritto superficiario e sopraelevazione

Quando il diritto di superficie ha ad oggetto il suolo nudo, il superficiario dovrà costruire ex novo. Quando invece il diritto riguarda un’area già edificata, si parla di sopraelevazione, situazione in cui il proprietario della costruzione preesistente acquista il diritto su un terreno altrui per mantenerla e gestirla. Questo modello è particolarmente utile in contesti urbani dove edifici storici o strutture esistenti si trovano su proprietà di soggetti diversi dai proprietari della costruzione stessa.

Durata ed estinzione del diritto

La durata del diritto di superficie è un elemento fondamentale che deve essere definito al momento della costituzione. Il Codice Civile prevede due possibilità: un termine determinato, stabilito dalle parti, oppure una durata indeterminata, che prosegue indefinitamente salvo cause di estinzione.

Durata determinata e indeterminata

Quando il diritto è costituito a termine, alla scadenza il proprietario del suolo acquisisce automaticamente la proprietà della costruzione. Questo scenario è comune quando il proprietario del terreno desidera recuperare pienamente la disponibilità del bene dopo un certo periodo, come accade frequentemente negli accordi per progetti edili temporanei o in situazioni di rigenerazione urbana. La durata indeterminata, invece, consente al superficiario di mantenere indefinitamente il diritto sulla costruzione, garantendo maggiore stabilità dell’investimento.

Quando e come si estingue

Il diritto di superficie si estingue al verificarsi di diverse circostanze. Innanzitutto, all’atto della scadenza del termine, se era stato costituito a termine determinato. Inoltre, il diritto cessa se sussiste un patto specifico tra le parti che lo colleghi al perimento della costruzione, ossia la sua distruzione totale. Il diritto si estingue anche per prescrizione, qualora non sia stato esercitato per venti anni consecutivi, oppure per rinuncia volontaria del superficiario. Infine, il diritto può estinguersi per consolidazione, quando il superficiario diventa proprietario del suolo, unificando così i due diritti.

Differenze con la proprietà ordinaria

Il diritto di superficie rappresenta un’eccezione significativa al principio di accessione, fondamentale nel diritto civile italiano. Comprendere le differenze con la proprietà ordinaria è essenziale per valutare correttamente questa istituzione giuridica.

Il principio di accessione e la sua eccezione

Secondo il principio di accessione, chi costruisce su un terreno diventa proprietario sia della costruzione che del suolo sottostante. Il diritto di superficie rappresenta un’eccezione esplicita a questo principio, permettendo la scissione tra proprietà del suolo e proprietà della costruzione. Questa scissione è possibile solo quando esplicitamente prevista dalla legge, come accade appunto con il diritto di superficie.

Diritti e limiti del superficiario

Il superficiario gode del diritto di usare, godere e disporre della costruzione, esattamente come un proprietario ordinario di un edificio. Può affittarla, venderla, costituire su di essa diritti reali di garanzia come l’ipoteca, e trasmetterla per eredità. Tuttavia, il superficiario non possiede il suolo e non può disporne autonomamente: il terreno rimane sotto il controllo del proprietario originario. Questa limitazione rappresenta un vincolo significativo, perché il superficiario non ha ad esempio il diritto di modificare sostanzialmente il suolo, di scavare oltre i limiti concordati, o di utilizzarlo per scopi diversi da quelli specificati nell’atto di costituzione.

Applicazioni pratiche e utilizzi

Il diritto di superficie si rivela particolarmente utile in molteplici contesti edilizi, urbanistici e finanziari, dove consente di ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare senza trasferire la proprietà del suolo.

Progetti edilizi e rigenerazione urbana

Nel settore della rigenerazione urbana, il diritto di superficie permette a amministrazioni pubbliche di mantenere la proprietà dei terreni mentre consentono a società private di edificarvi strutture commerciali, residenziali o industriali. Questo modello è ampiamente utilizzato per rivitalizzare zone degradate, poiché consente agli enti pubblici di mantenere il controllo strategico del territorio pur traendo benefici economici dalla costruzione.

Terreni pubblici e concessioni amministrative

Le amministrazioni comunali e gli enti pubblici ricorrono frequentemente al diritto di superficie per sviluppare progetti di utilità pubblica. Attraverso il provvedimento amministrativo della concessione edilizia, enti pubblici e privati possono accordarsi per la costruzione di strutture su terreni pubblici, mantenendo la titolarità del suolo in mano pubblica mentre permettono al concessionario di usufruire della costruzione realizzata.

Ottimizzazione urbanistica e pianificazione territoriale

Nei piani urbanistici e negli strumenti di programmazione territoriale, il diritto di superficie consente di indirizzare lo sviluppo edilizio in modo controllato. Gli enti territoriali possono programmare interventi costruttivi definendo chiaramente chi proprietario del suolo e chi della costruzione, facilitando la gestione dell’espansione urbana e garantendo che il territorio resti sotto controllo pubblico.

Aspetti fiscali e registrazione

La costituzione di un diritto di superficie comporta implicazioni fiscali e amministrative che devono essere scrupolosamente rispettate per evitare sanzioni e contestazioni.

Formalizzazione presso i registri immobiliari

Ogni costituzione di diritto di superficie deve essere trascritta presso i Conservatori dei Registri Immobiliari competenti, seguendo la procedura prevista dall’articolo 2643 del Codice Civile. Questa registrazione è essenziale per l’opponibilità del diritto ai terzi e per garantire la certezza della situazione giuridica. Senza trascrizione, il diritto non beneficia della protezione garantita dalla pubblicità immobiliare e può essere compromesso da azioni di terzi.

Tassazione e tributi

Il diritto di superficie è soggetto a tassazione secondo le normative fiscali vigenti. Il trasferimento comporta l’applicazione dell’imposta di registrazione, e in alcuni casi anche dell’imposta ipotecaria e catastale. Il superficiario deve inoltre adempiere ai propri obblighi tributari legati alla proprietà della costruzione, mentre il proprietario del suolo rimane responsabile della tassazione relativa al terreno. Questa articolazione degli oneri deve essere chiaramente esplicitata nell’atto di costituzione per evitare contestazioni amministrative.

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