Processo Regeni sospeso per dubbi costituzionali sugli 007 egiziani

Il processo per l’omicidio di Giulio Regeni ha subito una nuova battuta d’arresto: la Prima Corte d’Assise di Roma ha disposto la sospensione del procedimento inviando gli atti alla Corte Costituzionale. La decisione, presa il 23 ottobre 2025, segue una questione di legittimità costituzionale sollevata dai legali dei quattro agenti egiziani imputati di sequestro, tortura e omicidio del ricercatore friulano. I giudici hanno valutato non manifestamente infondata la tesi della difesa, che denunciava una violazione del diritto di difesa riguardo alla nomina di consulenti tecnici a spese dello Stato per imputati formalmente assenti. Il processo, avviato oltre 18 mesi fa, rimarrà bloccato in attesa del pronunciamento della Consulta.

Il contesto: il caso Regeni e il percorso processuale

Giulio Regeni, ricercatore italiano, fu rapito, torturato e ucciso al Cairo nel gennaio 2016 mentre conduceva studi sui sindacati indipendenti. Solo dopo anni di indagini complesse, ostacolate dalla mancata collaborazione egiziana, l’Italia ha avviato il processo contro quattro membri dei servizi di sicurezza egiziani:

  • Usham Helmi
  • Il generale Sabir Tariq
  • I colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.
    Per consentire il processo in assenza degli imputati (contumaci e irreperibili), nel 2022 furono modificate le norme procedurali, superando il precedente limite giuridico che impediva il giudizio di imputati non presenti sul territorio italiano.

La questione di costituzionalità sollevata

Il nodo del diritto di difesa

Le difese degli imputati hanno contestato la mancata concessione del gratuito patrocinio per la nomina di consulenti tecnici a carico dello Stato. Secondo gli avvocati, questa limitazione comprometterebbe in modo sostanziale il diritto alla difesa garantito dalla Costituzione, poiché gli imputati, pur assenti, hanno diritto a strumenti processuali equivalenti a quelli degli imputati presenti. La Corte d’Assise ha accolto l’istanza definendola “rilevante” per l’esito del processo, sottolineando come la questione riguardi l’applicazione delle garanzie costituzionali in casi di contumacia effettiva.

La valutazione dei giudici

Nella motivazione, i giudici hanno evidenziato due aspetti chiave:

  1. L’impossibilità pratica per gli imputati egiziani di accedere al patrocinio statale senza una residenza legale in Italia.
  2. La necessità di un bilanciamento tra garanzie difensive e esigenze processuali in casi transnazionali.
    La trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale è quindi avvenuta con l’obiettivo di verificare la conformità delle norme vigenti all’articolo 24 della Costituzione sulla tutela della difesa.

Le conseguenze procedurali e i tempi

Lo stato attuale del processo

Con la sospensione, tutte le udienze programmate sono state annullate. Fino al pronunciamento della Corte Costituzionale (i cui tempi non sono prevedibili), ogni attività è congelata. Questo rappresenta l’ennesimo ritardo in un iter iniziato nel 2024, dopo ripetuti rinvii legati a questioni procedurali, tra cui un precedente stop nel 2022 per problemi di notifica agli imputati.

Le implicazioni per il futuro

  • Se la Consulta dichiarerà l’illegittimità costituzionale delle norme, il Parlamento dovrà intervenire con nuove disposizioni.
  • In caso contrario, il processo riprenderà con la possibilità di nominare consulenti tecnici tramite l’Erario.
    La decisione della Corte Costituzionale sarà determinante per stabilire se l’attuale quadro giuridico sia sufficiente a garantire processi equi contro imputati esteri irreperibili, un tema con ripercussioni oltre il caso Regeni.

Le reazioni dei familiari e della società civile

I genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, hanno espresso delusione ma determinazione: «Non molliamo, siamo qui ad aspettare e speriamo che il processo si concluda positivamente». Organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, sottolineano come il caso rappresenti un banco di prova per la giustizia internazionale e il contrasto all’impunità di agenti statali. La battuta d’arresto riflette le sfide processuali in casi di crimini transfrontalieri, dove il disallineamento tra sistemi giuridici può ostacolare l’accertamento delle responsabilità.

Conclusioni

La sospensione del processo Regeni segna un momento cruciale nel lungo cammino verso la verità sulla morte del ricercatore. Mentre la Corte Costituzionale esamina la compatibilità delle norme sul diritto di difesa, il caso continua a simboleggiare la lotta per la trasparenza e la giustizia in contesti di violenza di Stato. Il ritardo accumulato (oltre nove anni dai fatti) rischia di aggravare il dolore dei familiari, ma anche di aprire una riflessione strutturale sulle garanzie processuali in Europa per i crimini commessi all’estero da funzionari stranieri. La decisione della Consulta sarà monitorata a livello internazionale come precedente per futuri casi analoghi.

Per ulteriori dettagli sul ruolo della Corte Costituzionale, consultare la relativa voce Wikipedia.

IncontriNews

IncontriNews

Articoli: 85

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *