Massimiliano Allegri è tornato al Milan dopo 11 anni, nel luglio 2025, con un progetto ambizioso ma realistico. L’obiettivo principale della stagione 2025-26 è ottenere la qualificazione in Champions League, partendo da una difesa che ha subito 49 gol nella stagione precedente. Allegri mira a trasformare il caos tattico in solidità organizzativa e controllo del gioco, costruendo il progetto attorno a Rafael Leão e a un sistema difensivo più compatto. La squadra lavorerà per accumulare punti cruciali nei prossimi mesi, con eventuali rinforzi di mercato a gennaio per accelerare il percorso di risalita in campionato.
Il ritorno di Allegri al Milan: una nuova era
Allegri ha accettato l’incarico in soli sessanta minuti dopo il colloquio con il direttore sportivo Igli Tare e Giorgio Furlani. Ha firmato un contratto biennale e si è presentato ufficialmente il 7 luglio 2025, dichiarando di essere felicissimo e entusiasta di intraprendere questa nuova avventura. La sua nomina è arrivata dopo il fallimento dei precedenti allenatori Paulo Fonseca e Sergio Conceiçao, entrambi esonerati durante la stagione 2024-25.
L’obiettivo dichiarato: la Champions League come primo step
Il mister ha sottolineato che il primo obiettivo è tornare in Champions League, ricordando che la primavera è il momento cruciale in cui si decidono i campionati. Allegri ha enfatizzato l’importanza di raggiungere marzo in buone condizioni, accumulando punti con costanza e mantenendo una “velocità di crociera” stabile. Ha ribadito che non bisogna mai accontentarsi al Milan, un club prestigioso che deve sempre puntare in alto, ma anche che occorre costruire passo dopo passo attraverso il lavoro quotidiano.
Il ruolo cruciale della compattezza e dell’unità
Durante la conferenza stampa, Allegri ha ripetuto più volte che il club deve essere una forza unita, con dirigenti, allenatore e giocatori che remano nella stessa direzione. Ha dichiarato che il suo compito è mettere i giocatori nelle migliori condizioni per esprimere prestazioni forti e che questa unità sarà decisiva per raggiungere i risultati prefissati. Il nuovo tecnico ha promesso dedicazione quotidiana e responsabilità consapevole nel gestire una realtà prestigiosa come il Milan.
La rivoluzione tattica di Allegri per il Milan
La strategia tattica di Allegri rappresenta un cambiamento radicale rispetto al passato recente. Sotto Fonseca, il Milan giocava un 4-2-3-1 offensivo con sfumature di 3-4-3, sistema che espone la difesa ai contrattacchi avversari. Allegri intende implementare un approccio molto più pragmatico e difensivista, basato su una struttura tattica compatta e ordinata.
Dalla confusione tattica al controllo del gioco
Il nuovo tecnico porta con sé un’esperienza ventennale nel gestire squadre ad altissimo livello e una visione del calcio incentrata su stabilità difensiva prima di tutto. I suoi sistemi tendono a consentire 25-30% meno gol rispetto a stili di gioco più offensivi, un dato cruciale considerando che il Milan ha subito 49 reti nella stagione precedente, il doppio rispetto all’Inter (22 gol). Allegri modificherà probabilmente il assetto tattico passando a un 3-5-2 o a un 4-2-3-1 molto conservatore.
Struttura difensiva e organizzazione posizionale
Gli elementi chiave della nuova strategia tattica di Allegri includono una linea difensiva compatta che forza gli avversari verso i margini del campo, terzini che arretrano per creare una difesa a cinque quando necessario, e centrocampisti disposti in marcatura zonale per creare superiorità numerica in fase difensiva. I giocatori manterranno una consapevolezza posizionale rigorosa, evitando movimenti scoordinati che hanno caratterizzato le passate stagioni.
Rafael Leão: la figura centrale del progetto
La costruzione del progetto attorno a Rafael Leão rappresenta il cuore della filosofia tattica di Allegri. Il fenomeno portoghese vanta velocità senza pari e controllo di palla superiore, qualità perfette per il contrattacco diretto e verticale che Allegri intende sviluppare.
Come Allegri esalterà Leão
Sotto la guida del nuovo tecnico, Leão avrà maggiore libertà tattica rispetto ai predecessori, ma operando all’interno di un sistema più solido che offre copertura difensiva. Questo equilibrio permette al lusitano di concentrarsi completamente su creazione e realizzazione di gol senza compromettere l’equilibrio difensivo della squadra. Allegri riconosce che la velocità e le capacità di dribbling di Leão sono un’arma offensiva moderna che può mettere in difficoltà anche le migliori difese avversarie.
Il ruolo nella fase offensiva
Leão diventerà il principale pericolo offensivo del Milan, con il compito di attirare i difensori avversari e creare spazi per gli attaccanti centrali e il resto della squadra. La sua capacità di saltare l’uomo sarà sfruttata sistematicamente, specialmente quando il Milan avrà occasioni di contrattaccare da posizioni difensive. Allegri conferisce a Leão una responsabilità individuale crescente: quella di diventare il faro offensivo intorno al quale costruire la risalita in campionato.
Le necessità di mercato per il salto di qualità
Sebbene Allegri abbia dichiarato che la priorità iniziale è raggiungere la fine di agosto in condizioni ottimali, sarà fondamentale intervenire sul mercato per colmare le lacune evidenti della squadra, soprattutto in vista di una possibile accelerazione durante l’inverno.
I rinforzi difensivi necessari
La difesa rimane il settore più critico da rafforzare. Allegri ha già individuato diversi obiettivi: Mario Gila della Lazio (valutato attorno ai 30 milioni), Jaka Bijol dell’Udinese che offre il profilo fisico preferito dall’allenatore, e Giovanni Leoni del Parma, che ha “stregato” il tecnico livornese. Inoltre, Destiny Udogie del Tottenham potrebbe rappresentare il rinforzo sulla fascia sinistra, sebbene il suo prezzo di 40 milioni sia significativo.
Il mercato in uscita e il bilancio
Il Milan potrebbe vendere Malick Thiaw per 15-20 milioni e valutare altre cessioni per finanziare gli acquisti. La questione Theo Hernández rimane aperta: il suo agente ha chiesto 7 milioni annuali, cifra rifiutata dalla dirigenza, creando incertezza sul suo futuro. Nel centrocampo, la partenza di Tijjani Reijnders al Manchester City per 70 milioni ha significato la perdita di un giocatore decisivo (15 gol nella stagione precedente), ma Allegri ha replicato con il ritorno di Nicolò Rovella e Hans Nicolussi Caviglia dalla Juventus, profili che conosce bene e che si adattano perfettamente al suo sistema tattico.
Timeline realistica e prospettive future
Allegri non promette una trasformazione immediata. La storia insegna che i suoi progetti richiedono tempo per svilupparsi completamente—la sua prima esperienza al Milan richiedeva sei mesi per mostrare significativi miglioramenti, con lo Scudetto arrivato nella prima stagione completa dopo il cambio di rotta tattico.
I primi sei mesi cruciali
Il periodo fino a marzo 2026 sarà decisivo per consolidare il progetto. Allegri ripete che la qualificazione in Champions League è l’obiettivo primario per il 2025-26, ma l’assenza da competizioni europee permette alla squadra di concentrare tutte le energie sul campionato. Il Milan inizierà la stagione il 17 agosto con una sfida di Coppa Italia contro il Bari, un’occasione per rodare il sistema tattico senza pressioni eccessive.
Il sogno scudetto rimane sullo sfondo
Sebbene Allegri mantenga una prudenza comunicativa, non ha escluso completamente il sogno dello Scudetto qualora il Milan continuasse a progredire significativamente nei prossimi mesi. Le quote Wikipedia per la vittoria del titolo del Milan rimangono al momento sfavorevoli, ma con una solida base difensiva, rinforzi strategici a gennaio e la genialità offensiva di Leão, il percorso verso il vertice della Serie A diventa plausibile. L’elemento chiave sarà la lettura tattica in tempo reale di Allegri durante le partite e la sua capacità di fare gli aggiustamenti corretti nei momenti cruciali.
La missione di trasformazione
Allegri ha sottolineato che il lavoro quotidiano è l’unica strada verso i risultati, ribadendo l’importanza di mantenere velocità di crociera costante, segnare gol con regolarità e concederne pochi. In Serie A, il rapporto reti fatte-subite rimane fondamentale, insegnamento che ha seguito dalla gioventù. Con questa filosofia, l’ex allenatore della Juventus intende riportare il Milan tra le grandi d’Europa, partendo dal consolidamento in Champions League e mantenendo aperta la porta a sorprese più importanti.


